Canapa industriale e crediti di carbonio
La CO2 è permanentemente legata all'interno della fibra che viene utilizzata, dai tessuti ai materiali da costruzione. Le fibre di canapa sono attualmente utilizzate da BMW in Germania per sostituire la plastica nella costruzione di automobili. La canapa industriale può essere costantemente ripiantata e, come tale, soddisfa i criteri di permanenza delle colture definiti dal Protocollo di Kyoto. La canapa industriale non è marijuana. La canapa industriale è una varietà di Cannabis Sativa con livelli della sostanza chimica Tetraidrocannabinolo (THC), il componente psicoattivo della cannabis, inferiore allo 0,2% in peso.
La canapa è stata sviluppata per coltivare fibre lunghe e può essere piantata ad alta densità, massimizzando la biomassa prodotta per unità di superficie coltivata. A metà degli anni '30, l'invenzione del nylon e la diffusione della plastica videro una tendenza generale ad allontanarsi da tutto ciò che era naturale. Allo stesso tempo, l'uso della marijuana come droga ricreativa è aumentato e la canapa è stata inclusa nel divieto di coltivazione di qualsiasi pianta della famiglia della cannabis. Con la pressione politica degli Stati Uniti, lo stigma legato alla coltivazione della canapa è diventato globale. I governi di tutto il mondo si sono lentamente resi conto che questa preziosa coltura non rappresenta una minaccia e hanno incoraggiato la piantagione di canapa come mezzo di sequestro di CO2 (2).
È possibile coltivare 2 raccolti all'anno nelle giuste condizioni del suolo e la capacità della canapa di crescere rapidamente la rende un'ottima coltura candidata per il sequestro di CO2 e la fissazione di carbonio nel suolo, più efficiente dell'agroforestazione.
A scopo di stima, utilizziamo una cifra media di 10 T/ha di assorbimento di CO2 fuori terra, una cifra che riteniamo essere una stima ragionevolmente conservativa e verificabile. Questo viene utilizzato per prevedere le rese di carbonio, ma le compensazioni di CO2 si baseranno sulle rese in peso secco misurate dopo l'essiccazione della biomassa. Le radici e il pacciame fogliare lasciato in sito (escluso il materiale radicale fibroso difficile da misurare) rappresenta circa il 20% della massa del materiale raccolto. Il contenuto di carbonio risultante assorbito e rimanente nel suolo è stimato in 0,084 tonnellate per tonnellata di materiale raccolto. (10).
- CO2 assorbita per tonnellata di stelo di canapa 1.37t
- CO2 assorbita per ettaro (stelo) da 7,47 a 11,25 t
- CO2 assorbita per ettaro (radice e foglia) da 1,40 a 2,06 t
I suoli agricoli italiani sono poveri di carbonio organico, la media attuale è del 1,2%. Si tratta di un valore estremamente vicino alla soglia dell'1%, al di sotto della quale i terreni sono considerati desertificati.
I terreni dei vigneti italiani hanno già raggiunto questa soglia. I metodi agricoli convenzionali che impoveriscono il terreno di sostanze chimiche e nutrienti rimuovono il carbonio organico e contribuiscono alle emissioni di gas serra. Al contrario, le pratiche di rigenerazione del suolo aumentano il contenuto di carbonio del suolo e contribuiscono al sequestro di CO2.